Lettera da una volontaria

Sono una volontaria dell’Oasi felina di Crema. Oggi ho bisogno di sfogarmi.
Nei giorni scorsi una coppia ha abbandonato in Oasi i propri gatti: sterilizzati, chippati, anche vaccinati.
Ecco: dopo alcuni anni trascorsi insieme, in casa, in famiglia, con tutte – sembra – le attenzioni, adesso basta; fine; tanti saluti, anche qualche lacrima certo, ma alla fine i due gatti sono stati lasciati in Oasi, dove hanno a disposizione uno spazio grande poco più di una gabbia.
Mi domando cosa pensano.
Certo è che uno di questi due gatti, quello più disposto a interagire con noi volontari, questa mattina ha appoggiato il muso sulla mia spalla e ha fatto un lungo, cupo, miagolio, come fosse un sospiro prolungato. Mi veniva voglia di piangere insieme a lui: perché quello era il suo modo di piangere.
L’altro gatto invece ancora niente. Se ne sta in un angolo e ci guarda. Nessuna confidenza per ora.
Come si può fare una cosa del genere a chi ha fatto parte della famiglia per anni? gatti che hanno condiviso spazi e tempi, emozioni e passatempi. Dormivano sul divano? Avevano le proprie copertine? Ognuno il suo cuscino personale? Foto salvate sulla cover dello smartphone?
Niente. Tutto finito. Per loro non c’è più spazio, non c’è più tempo. Ma siccome sono stati portati all’Oasi Felina (dove i volontari se ne prendono cura meglio che possono, tra altri 120 gatti) si racconta in giro che è stato fatto per il loro bene.
Ebbene, vogliamo dire la verità: questo è un abbandono e quei poveri gatti stanno soffrendo. Soffrendo davvero.